giovedì 3 novembre 2011

Ancora gli Estinti

Ultimi aggiornamenti sul fantomatico Ordine degli Estinti, di cui mi giungono notizie frammentarie dalla fredda Bavaria. Sostanziale la conferma che almeno fino alla metà degli anni '80 del XX secolo l'Ordine fosse ancora denominato Confraternita; e che nelle sue gerarchie - se così si possono definire - sia sempre stato presente un esperto di fisica e un musicista. Particolare, questo, che corrobora l'ipotesi di un nucleo di studi focalizzato sul suono e la musica come elementi determinanti di certe ricerche; e anche di alcuni aspetti della ritualità tramandata dall'Ordine. 
Da Londra presto nuovi aggiornamenti relativi ai cartigli, che sono un altro punto nodale.
Intanto siamo in tre a cercare di rintracciare l'unico esemplare manoscritto di "Cronodilatazione" redatto da Gregorio Alcesti. Non certo per procurarcelo... ma quantomeno per sapere se effettivamente esiste ancora nella sua forma originale o se sia stato smembrato nei vari documenti che lo compongono (cosa che temo).

giovedì 13 ottobre 2011

Il secondo cartiglio

Pubblico il secondo cartiglio relativo all'argomento Alfabeto Alieno, di cui avevo già mostrato un frammento qualche tempo fa.
Chiunque abbia anche solo una vaga idea in proposito...


martedì 27 settembre 2011

L'acqua e le voci occulte

Il perdurare della mia assenza da questo blog non è sintomo di disinteresse... semmai di scelte impegnative che mi tengono lontano dalla scrittura in questa sede. Faccio ammenda. In verità le cose da condividere sono molte e oltretutto questi momenti di vuoto mi mettono in condizioni di dover recuperare con affanno le tante tracce seguite finora.
Dunque, dov'eravamo rimasti?...
Il canale più importante che ho seguito durante il mese di settembre riguarda ancora il rapporto tra suoni e dimensione esoterica, con vari riferimenti agli argomenti già sfiorati in precedenza che si sono arricchiti di nuovi spunti e testimonianze, nonchè di suggerimenti talora inquietanti, per quanto affascinanti.
Dal Regno Unito non ho più avuto aggiornamenti di rilievo. L'ottimismo di John circa la possibilità di individuare una linea comprensibile nei documenti che gli ho lasciato in copia sembra essersi un po' ridimensionato. Tuttavia il suo interesse è sempre vivo.
Personalmente ho approfondito - limitatamente alle mie capacità - il contenuto dei cartigli in mio possesso, di cui pubblicherò presto quello che nessuno ha ancora visto sulla rete. Sono a un punto quasi morto... difficilissimo decodificare, non avendo alcun riferimento base. Inoltre i disegni sembrano svincolati da ogni traccia e credo che senza gli appunti di "Cronodilatazione" sia impossibile decifrare e collegare questi reperti ad un contesto più grande.
Confido, ovviamente, nei miei pochi fidati amici d'oltremanica.
Per quanto invece riguarda gli effetti della musica sulla psiche e sui campi magnetici, ho raccolto varie voci intriganti relative a un paio di brani che sono stati al centro di studi e anche di speculazioni piuttosto inquietanti. La cautela è d'obbligo, ovviamente. Però ho già sentito citare queste composizioni in diverse occasioni, una soprattutto: Geminaut.
Sembra che intorno a Geminaut sia nato un interesse particolare perchè conterrebbe suoni e voci nè naturali nè artificiali. Ovvero, suoni e voci che sono stati registrati da canali non convenzionali e poi inseriti nel pezzo musicale. P.G. mi ha detto che molte persone si sono sentite particolarmente influenzate dall'ascolto di questi suoni, sia ad un livello conscio che subconscio. Mi ha anche detto che presso un ateneo del Sud Italia (io presumo Napoli o Bari) è stato condotto un ciclo di ascolti sperimentali al fine di raccogliere dati sufficienti sulle impressioni suscitate da questa composizione, con risultati significativi e proprio per questo non ancora divulgati in attesa di compiere studi più approfonditi.
Tutto piuttosto vago, come sempre. Ma i riscontri sono consistenti. Mi sono peritato di cercare questa musica e ho scoperto che è tranquillamente reperibile sulla rete, anche se fa parte di un cd che è pressochè introvabile fisicamente ed è ricercatissimo dai collezionisti.
Indubbiamente si tratta di musica fuori da ogni schema e comprendo che si possa restarne colpiti a fondo, se ascoltata in modo realmente attento. Poi le immagini del video - personalmente - le trovo sinistre e macabre pur nella loro apparente astrattezza. C'è anche un riferimento all'acqua e ai liquidi di cui mi occuperò più avanti.
Il dato che mi è stato fatto rilevare (e non è un dato secondario) è che la completezza della registrazione originale non è paragonabile a quella delle versioni reperibili su internet, che sono formati mp3 o comunque compressi. Verrebbero a mancare delle frequenze fondamentali nella dinamica degli effetti all'ascolto, cosa che peraltro accade comunque in tutta la musica convertita in files.
Mi scrive Roberto Rocchi: nel caso di brani come Geminaut vanno distinti in ogni caso gli aspetti legati alle combinazioni di frequenze e gli aspetti di suggestione che la composizione nella sua globalità suscita. Questo perchè degli aspetti globali c'è una sorta di consapevolezza, che il soggetto può in qualche modo analizzare e condividere; mentre per gli aspetti fisici risulta più difficile trarre oggettivamente una qualche descrizione della propria percezione, ammesso che se ne abbia coscienza.
M.S. invece mi scrive: quando ascolti Geminaut nel modo corretto è come se i vari livelli, i vari strati del suono si separassero e tu li potessi distinguere simultaneamente... ci sono diversi rumori non riconducibili ad alcun fenomeno naturale che però non sono stati generati con strumenti elettronici... e poi le voci distorte che sono in primo piano sembrano una specie di depistaggio per altre voci che si sentono molto sotto... tempo fa avevo letto qualcosa a proposito di quella specie di "muggito" che si sente ogni tanto, e probabilmente sono cazzate, vaneggiavano su manifestazioni medianiche o qualcosa del genere.
Insomma, la traccia che porta a questa composizione musicale così anomala mi riconduce a molti elementi che sono stati oggetto di interesse in questi mesi, specie alla luce delle mie conversazioni britanniche.




mercoledì 3 agosto 2011

Cronovisore... e cronoauditore

Si sovrappongono le fonti informative e nella mia testa cerco di tirare le somme di un intricata riflessione su quanto discusso negli ultimi due mesi. Londra è stata foriera di nuovi spunti e notizie alquanto interessanti; ma nel frattempo ho gestito altri interlocutori che mi hanno dato aggiornamenti cospicui.
John, dalla terra di Albione, mi ha scritto qualche e-mail sottolineando che i cartigli di cui gli ho mostrato le foto sono sicuramente citati anche nei fascicoli di "Cronodilatazione" di Alcesti, benchè probabilmente non trascritti. Secondo lui questi cartigli fanno parte di un manoscritto più vasto redatto negli anni '40 o '50, che fa riferimento al non meglio specificato culto della dilatazione (??) praticato da una minoranza di membri della allora Confraternita degli Estinti, oggi Ordine degli Estinti.
Nebbia totale, per me. Dovrò approfondire e cercare tracce che già so vaghe e filamentose.
Peraltro, sempre a proposito di "Cronodilatazione", John scrive che Alcesti aveva trovato conferma sia dell'esistenza del cronovisore di Ernetti sia di un altro apparecchio con caratteristiche similari, ma differente dinamica, che poteva essere definito un cronoauditore.
Questo apparecchio sarebbe citato negli appunti di Alcesti e anche disegnato. Il suo funzionamento avrebbe consentito di captare segnali sonori provenienti dal passato e da altre dimensioni spaziali, con un rapporto di causa/effetto vicino a quello del cronovisore (che capterebbe tracce molecolari e frequenze luminose di cui l'ambiente resta pervaso) e la possibilità ovvia di registrare quando udibile dalla raccolta di frequenze - sonore - effettuata in un determinato ambito.
Incuriosito (per non dire intrigato) seguo anche questa pista. Il cronoauditore cade a fagiuolo con le mie ricerche sugli aspetti esoterici del suono e della musica.

venerdì 8 luglio 2011

Deformazioni cerebrali (?)

In attesa di nuove comunicazioni dalle mie amicizie londinesi, pubblico la traduzione - faticosamente portata a termine - di una sorta di intervista che mi è stata fornita da John prima del mio ritorno in Italia. Dopo avergli accennato alle informazioni ricevute da Smith e al mio interesse crescente per l'universo dei suoni, John ha colto l'occasione per sottolineare che intorno alla musica (a un certo tipo di musica) si stanno muovendo grandissimi "affari" e che varie entità, a vario titolo, stanno cercando di tirare le somme per capire cosa effettivamente sia stato sperimentato ed appurato in quell'ambito.
Quando mi ha consegnato questo documento, non mi ha specificato più di tanto: mi ha detto "leggitelo bene".
Senza ulteriori commenti, vi offro la traduzione del testo integrale (che sembra indubbiamente lo stralcio di una stesura molto più ampia)

Rosenberg - In quale modo lei è venuto a conoscenza di quello che era accaduto?

P.D. - Davenport mi aveva riferito che l'esperimento di interazione col campo magnetico era stato considerato un fallimento, perchè non aveva dato i risultati sperati. C'erano delle aspettative disattese. Tutto si concentrava su quello che loro speravano di dimostrare e così trascurarono altri tipi di risultato.

Rosenberg - Ovvero?

P.D. - Lewis lasciò una parte della relazione relativa all'esperimento nelle mani di Davenport, che ne trasse conclusioni diverse da quelle - considerate fallimentari - tratte dal gruppo di studio. Così ebbe modo di accertare che una frazione del campo era stata alterata fortemente non appena i due generatori di suono erano entrati in coordinazione. Si trattava di pochi secondi, forse tre o quattro; ma a Davenport risultò evidente che era un dato non trascurabile.

Rosenberg - Che tipo di alterazione?

P.D. - Una distorsione, un piegamento tale da far supporre, in linea teorica, che i presupposti dell'esperimento erano validi. Solo erano stati male analizzati, trascurando quel momento. Il campo magnetico così preparato aveva interagito grazie alla coordinazione delle frequenze su una scala forse troppo piccola. L'esperimento era stato allestito in un luogo che non consentiva "grandi volumi". Davenport mi disse che secondo lui ricreando la cosa su scala più ampia si potevano rilevare i dati molto meglio e forse anche più a lungo. Questo perchè una maggiore potenza del campo magnetico e del volume del suono avrebbe stabilizzato meglio l'effetto di alterazione.

Rosenberg - Ma Davenport non ha mai avuto modo di ripetere l'esperimento in questo modo.

P.D. - No. Non aveva credito, o meglio non davano credito alla sua convinzione che ne valesse la pena. Lui qualche settimana dopo mostrò la relazione a S. a Londra e S. si dichiarò interessato a quei risultati. Davenport era frustrato. Parlava poco.

Rosenberg - S. in quel momento aveva già saputo della moglie di K.? Conosceva già la storia di quella traccia musicale?

P.D. - Sì. Ma non aveva realmente fatto alcun collegamento tra gli esperimenti condotti in Australia e quel fortunoso caso. Che anche se non testato direttamente, rappresentò la classica lampadina, o la classica mela di Newton, se vogliamo. S. raccontò l'episodio della moglie di K. a Davenport e gli disse che probabilmente quel brano musicale conteneva - in qualche punto - una combinazione di frequenze in grado di riprodurre in determinate condizioni e circostanze un effetto di distorsione sui campi elettromagnetici del cervello umano.

Rosenberg - Un effetto diretto? Cioè... non un riflesso psichico determinato da stati emotivi?

P.D. - Esattamente. Un effetto diretto. La combinazione particolare di suoni, in una precisa circostanza, aveva condizionato la moglie di K. a tal punto da sconvolgerle la vita. Con un'interazione di portata pari a quella di un effetto chimico. Era come se le avessero iniettato qualcosa di potente in grado di alterare molte delle sue percezioni, delle sue modalità di percezione.

Rosenberg - La moglie di K. è mai stata oggetto di studi approfonditi in merito?

P.D. - Da quello che so K. non ha mai voluto muoversi in questa direzione. Temeva che qualsiasi indagine potesse in qualche modo amplificare o condizionare gli effetti già rilevanti di quello che aveva subito. E secondo me è plausibile che temesse il rigetto di una teoria simile, il discredito in ambito accademico, benchè lui fosse autorevole in materia e avesse tutto il diritto di porre la questione, almeno in modo discrezionale.

Rosenberg - Ma ciò che accadde alla moglie di K. aveva qualcosa a che fare con l'esperimento di cui faceva parte Davenport? C'erano dei collegamenti sul piano strettamente scientifico?

P.D. - E' molto difficile dirlo. Di sicuro gli effetti di distorsione dei campi elettromognetici correlati all'uso di particolari frequenze sonore sono un dato di fatto non ufficializzato. Tutto quello che ho appreso finora è un puzzle enorme di informazioni pervenute a vario titolo. Sono quasi certo che un giorno saremo in grado di dimostrarlo scientificamente, sempre che venga ritenuto lecito farlo. I campi di applicazione di un fenomeno del genere potrebbero essere vasti e anche pericolosi. Arriveremmo a capire e a confermare che il suono produce effetti di qualche tipo sul cervello che non sono semplicemente relegati alla sfera emotiva. Ci sarebbe un approccio molto diverso da quello avuto finora... e mi riferisco al fatto che diamo per buona l'influenza che la musica ha sulle piante, sugli animali, sugli umani, condizionandone comportamenti e anche alcune funzioni fisiologiche. Che però finora abbiamo correlato più che altro agli stati d'animo.

Rosenberg - Ma la moglie di K. che musica aveva ascoltato?

P.D. - K. è sempre stato reticente a parlare di quella traccia. Ma è quasi certo che si tratti di un brano del compositore italiano di musica elettronica Federico De Caroli, meglio noto come Deca, che a partire dalla fine degli anni '90 ha pubblicato alcuni dischi interessanti, piuttosto sperimentali. Davenport stesso me ne ha parlato, perchè lui conosce questo genere di musica molto bene. E' un appassionato. Secondo lui Deca conosce metodologie di produzione ed elaborazione del suono che definisce trasversali. Ha inserito particolari suoni nelle sue composizioni, sicuramente conscio del tipo di innovazione, ma forse non conscio delle caratteristiche fisiche intrinseche. Non è uno scienziato, è un artista. Ha una conoscenza intuitiva del mondo dei suoni, ma questo non significa che non abbia controllo su ciò che fa. L'ispirazione spesso segue strade altrettanto rigorose di quelle scientifiche, benchè l'intuizione produca risultati che rimangono confinati in un limbo finchè non vengono codificati.

Rosenberg - E' plausibile che la moglie di K. non sia stata l'unica persona ad ascoltare quella traccia. Non si è mai avuta notizia di qualcuno che ha subito le stesse conseguenze? Che ha avuto disagi o disturbi simili?

P.D. - E' molto difficile dirlo. Può essere, ma ci sono fattori circostanziali e soggettivi che sicuramente hanno influenzato il rapporto di causa ed effetto tra suoni e cervello. Ma appurando quale esatto brano fosse... Davenport e S. pensavano a qualcosa di poco usuale, al di fuori dei normali canoni musicali. In tal senso Deca dal 1998 in poi ha pubblicato dischi che contengono tracce molto strane. Abbiamo letto un po' ovunque che le sonorità di questo artista stimolano l'immaginazione, anche a livello onirico.

giovedì 30 giugno 2011

Non sono sparito...

...non sono sparito.
Sto solo riordinando idee e informazioni tra un impegno e l'altro.
Presto novità e sviluppi interessanti.

venerdì 10 giugno 2011

Alfabeto alieno: sviluppi

Tra i miei appuntamenti londinesi - più o meno previsti - il terzo è stato con un amico conosciuto non molto tempo fa, appassionato di incunaboli, manoscritti e amenità occulte varie. E quel che più è bizzarro, neanche a farlo apposta, ci siamo incontrati (per la prima volta di persona) davanti al bookshop di Peter Harrington in Fulham Road!!
Dunque per la seconda volta nel giro di 72 ore mi sono ritrovato laddove aleggiava l'oscura presenza di Crowley. Ed è stata la prima cosa che ho fatto notare all'amico John quando gli ho stretto la mano sulla soglia del fantastico e quasi sacrale covo di Harrington.
Dopo quasi un anno di comunicazioni epistolari via internet, il dialogo diretto ha conferito alle nostre argomentazioni un alone più friendly, condito di risate e battute che nelle e-mail non erano mai emerse. Tuttavia devo dire che John ha una cultura editoriale mostruosa e sul fronte dei manoscritti ha sublimato la semplice fascinazione da collezionista in bagaglio intellettuale quasi scientifico.
Mi fido della sua oggettività, perchè aldilà dell'approccio informale si sente che prende ogni dettaglio seriamente e non si sbilancia mai oltre il ragionevole dubbio.
Ovviamente gli ho mostrato immagini del cartiglio che ho già pubblicato due volte in questo blog e che comunque lui aveva già visionato sul blog stesso. In verità io posseggo due immagini di due frammenti diversi... e una non l'ho mai pubblicata, convinto che all'atto di qualche controverifica sia meglio così. A John ho mostrato entrambe le foto e lui l'ha analizzate ulteriormente in mia presenza, dichiarando subito di fornirmi nero su bianco le sue considerazioni solo quando le avrà organizzate bene.
Per posta elettronica, in ogni caso, mi aveva già dato due indicazioni subito prima della mia partenza per il Regno Unito: l'alfabeto scritto sul cartiglio ha riferimenti semiologici precisi con almeno quattro altri alfabeti base conosciuti; l'oggetto ricurvo e dentato abbozzato sul cartiglio è a lui già noto e trattasi di un pugnale.
Va da sè che non vedo l'ora di leggere il suo rapporto: questa faccenda continua ad appassionarmi e, anche se non riesco a trovare nessun altro che abbia confidenza con questo frammento, sento che è una miniera di scoperte interessanti, se non sorprendenti.
Nel bookshop di Petere Harrington alla fine non ci siamo entrati. Siamo entrati invece in un bar a sgranocchiare qualcosa e a parlare di Lovecraft, del Necronomicon e di altri gadget culturali su cui si conversa sempre volentieri.
Fulham Road... non c'è il due senza il tre: infatti uno dei miei successivi momenti londinesi mi ha nuovamente condotto lì.
Destino?

lunedì 6 giugno 2011

Londra: musica psico-neurologica

Tra i miei primi incontri londinesi quello con Harry Smith, nome che più prevedibile non si potrebbe, ma indubbiamente imprescindibile considerando il vecchio legame con questo ormai sessantenne professore che già quattro lustri orsono mi raccontò cose di grande interesse.
All’epoca lo avevo conosciuto in casa di amici, uno di quegli incontri casuali che poi ti restano addosso e cerchi di farli tuoi in virtù delle confluenze intellettive che si disvelano. Il mio inglese di allora era appena sufficiente a farmi capire, ma c’era di mezzo la musica e il discorso diventava comprensibile laddove pochi aggettivi colmavano le lacune di un’intesa che era tutta emotiva.
Smith ed io avevamo scoperto di amare lo stesso tipo di sonorità e di atmosfere e lui mi aveva parlato di metodologie applicate in concreto al mondo del suono per spiegare ai suoi studenti concetti altrimenti troppo astratti. Considerando che insegnava letteratura, c’era un indubbia complessità innovativa in ciò che faceva.
I nostri contatti, comunque, erano rimasti sporadici e affidati in prima istanza alla carta scritta, visto che internet non era ancora un privilegio per tutti. L’ho ritrovato qualche settimana fa evoluto e a tratti astruso da seguire, perchè la sua testa è maturata ulteriormente e anche i miei interessi per certi argomenti si sono fatti intricati. Per fortuna il mio inglese è quasi fluente, oggi, e seduti al tavolo di un bar vicino alla Liverpool Station abbiamo conversato a lungo evitando di rimestare i soliti bei tempi andati (fatto salvo un accenno ai nostri comuni amici che da Londra se ne sono andati da un pezzo: troppo cara!)
Smith in particolare mi ha parlato di un certo S. che mi ha pregato di non citare per esteso. S. è un professore a sua volta, che ha insegnato a Cambridge ed è anche stato per un certo periodo in un ateneo australiano, coadiuvando un programma di ricerche legato all’interazione tra campi magnetici e frequenze sonore. Il programma - dice Smith - era stato finanziato per conto delle forze armate, ma non implicava un uso propriamente bellico dei risultati ottenuti. In particolare S. gli aveva riferito di un esperimento in cui alcune precise combinazioni di frequenze interagivano con un campo magnetico particolarmente potente e "compresso", capace non solo di alterare lo spazio, ma anche di indurre delle reazioni in soggetti che si trovassero a stretto contatto col campo.
Questo genere di notizie mi fa rabbrividire ed esaltare al tempo stesso. Smith durante la nostra conversazione sembrava molto divertito nel constatare i miei stati d’animo. Mi ha fatto notare che sembravo in preda ad una crisi di nervi controllata con grande forza.
In ogni caso... S. gli aveva raccontato solo nel 2009 quanto accaduto tempo prima nell’ambito delle sue ricerche proseguite in patria. Smith ha conosciuto S. alla fine del 2008, ovvero qualche anno dopo la partecipazione al programma di ricerca. S. una volta tornato in Gran Bretagna aveva proseguito per suo conto una parte degli studi sperimentali sul suono, individuando dei modelli di grande impatto in registrazioni già esistenti.
Qui il discorso si fa molto accattivante, perchè tira in ballo informazioni già lette altrove e che Smith ha avuto da S. ignorando che a mia volta le conosco. S. si era concentrato su un brano musicale specifico dopo che un collega gli aveva riferito che la moglie soffriva disturbi del sonno fortemente influenzati da quel brano. Nella fattispecie la moglie del collega di S. aveva un sogno ricorrente ogni notte che le alterava il ritmo sonno-veglia; nel sogno udiva quella musica e vedeva e provava sempre la stessa esperienza onirica, talmente intensa da indurla a svegliarsi in uno stato di ansia mista a stordimento che svaniva solo dopo circa due ore e quindi la faceva ripiombare in un sonno profondo.
Smith mi ha riferito questa cosa con un sorriso tutto british, come a sottolineare l’importanza della cautela in un caso di voci di terza mano. Tuttavia ha voluto raccontarmi ogni dettaglio riportato da S. ed è stato più convincente così che altrimenti. L’argomento gli interessa moltissimo e riguarda da vicino una parte degli studi fatti in Australia e quindi Inghilterra da S.
La moglie del collega di S. non è che uno dei vari casi di condizionamento psichico indotto da frequenze sonore avvenuto casualmente in un certo contesto, grazie all’ascolto di un brano che ha caratteristiche uniche e ben precise. Ho già letto altrove di casi come questo: persone che dopo essere entrati in contatto con una particolare combinazione di suoni vengono condizionate a livello subconscio e cominciano ad avere reazioni di vario genere in stato di veglia, ma soprattutto in stato di sonno. Dunque, S. si era adoperato per condurre un programma organizzato di studi in tal senso, su gruppi di volontari che si prestavano nell’ambito di programmi di ricerca della neurologia e della psichiatria.
In definitiva, Smith mi ha detto che S. ha portato avanti in modo radicale questa sperimentazione, arrivando alla conclusione che quel brano - quello che aveva segnato irrimediabilmente la moglie del collega - conteneva combinazioni incrociate di frequenze tali da influenzare la corteccia cerebrale e il sistema nervoso centrale nonchè quello endocrino, con un effetto a cascata capace di sconvolgere la vita di una persona. La signora in questione si era avvalsa del supporto di psicoterapeuti di fama, nel tentativo di risolvere il suo problema; ma a parte il fatto che si muoveva tra lo scetticismo accademico altrui, di fatto non vi era modo di individuare realmente il percorso dell’evento. Perchè nessuno per ora - almeno in via ufficiale - ha ancora definito i dettagli e teorizzato in modo attendibile questo campo di applicazione delle frequenze sonore.
Ho chiesto a Smith se S. fosse a conoscenza del tipo di sogno che la signora faceva e lui mi ha risposto che S. era stato evasivo. Ovviamente ho chiesto se gli avesse riferito di quale brano musicale si trattasse e Smith mi ha risposto che S. aveva detto: "sarebbe salutare per tutti che evitassimo di saperlo, per non farci tentare all’ascolto e scoprire che queste cose possono accadere davvero e cambiarti la vita".
Al che io ho detto che, comunque, quel brano doveva sicuramente essere finito nelle orecchie di altri, per quanto potesse trattarsi di una registrazione rara. E chissà chi altri potrebbe aver subito una forma di condizionamento al pari (o magari in modo differente) della moglie del collega di S. Sarebbe interessante capire quale tipo di diffusione ha avuto questa registrazione per poter trarre delle conclusioni comparative. I soggetti influenzati da quelle frequenze potrebbero essere centinaia, in teoria, se è vero quello che riferisce S. E qualcuno potrebbe essere rinchiuso da tempo in una clinica psichiatrica o alla neuro!
Smith consapevolmente laconico ha sentenziato che tutto è possibile e che la scienza arriva sul luogo del misfatto sempre a cose avvenute, destinata ad indagare per forza sulla pelle di qualche vittima.
Sacrosanta verità, professore. Di certo nella mia testa adesso si rinsaldano molti interrogativi sulla materia e la voglia di approfondire è tanta, anche alla luce della vaghezza delle tracce disponibili.
Mano a mano metto insieme i pochi pezzi e consolido l’idea che il mondo del suono abbia potenziali immensi e tuttora oscuri, che vanno ben oltre le applicazioni acquisite finora e il dato di fatto incontestabile che la musica influenzi l’animo umano e gli esseri organici in generale. Per millenni abbiamo attribuito alla musica un impalpabile magico potere di alchimia emozionale... e forse cominciano ad essere evidenti i segni di un potere che ha delle regole e che può essere controllato, definito ed utilizzato in modo mirato. Con effetti - volendo - sconvolgenti.

mercoledì 1 giugno 2011

Crowley: le sensazioni

Uno dei primi luoghi dove mi sono ritrovato a Londra, quasi senza pensarci, è stato Fulham Road. Ci ero già transitato due volte in passato, non facendo mente locale sul fatto che lì Alister Crowley aveva avuto una casa. Stavolta mi ero riproposto di andare a vedere bene e la cosa assurda è che ci sono capitato prima ancora di aver pianificato la visita!
Che siano forme di magnetismo subconscio?
A parte gli scherzi, la sola idea che nel 1896 in quella strada (oggi dall'aspetto rassicurante) Crowley avesse stabilito una delle sue storiche dimore, fondandovi il famoso Temple of Satan e - come lui sostenne - invocandovi con successo il Diavolo mi ha dato i brividi. Su Crowley si è scritto tanto, forse troppo, ma aldilà della verità oggettiva sui suoi esperimenti resta certo che le attività da lui praticate avessero intenzioni molto determinate. Il che genera inquietudine e getta ombre sinistre sui luoghi che lui frequentò e che videro profilarsi uno stile di vita sicuramente non rassicurante.
Crowley è un personaggio affascinante e degno di approfondimento a prescindere dallo scetticismo e delle agiografie. A Fulham Road se ci arrivi conscio di quel che vi accadde, ti sembra che nuvole sulfuree si addensino sui tetti dei palazzi.
Per il resto, la prima giornata londinese si è poi dipanata tra i soliti mercatini di Convent Garden alla ricerca di oggetti curiosi e di facce bizzarre. Benchè la capitale sia fresca di sorrisi e pruriti a seguito delle nozze principesche e dell'imminente Olimpiade, aleggia un costante senso di visioni ancestrali, più sfuggente che in città titolate all'occultismo come Praga e Torino, ma proprio per questo più sinistro.
Su un banchetto, guarda caso, mi è caduto l'occhio su una testa demoniaca in metallo nero venato di ossidature verdastre che boccheggiava immobile e tuttavia terrificante.

martedì 31 maggio 2011

London

Tornato dalla capitale britannica, carico di un bagaglio di visioni, di luoghi, di nomi... e tutto tesse un ordito di memorie esoteriche che per anni mi hanno sedotto. London è davvero ancora piena di sentori e di tracce.
Aggiornamenti a breve.

mercoledì 18 maggio 2011

Distorsione magnetica

Indagando sulle ancora ignote potenzialità dei campi magnetici in relazione agli effetti sul tempo, qualche giorno fa ho chiesto ad un conoscente che si occupa di fisica se può esistere un'interazione efficace tra campi magnetici e frequenze sonore. Nel mio approccio di profano, chiedo sempre senza remore, conscio di poter ottenere risposte interessanti o di essere guardato come un deficiente.
In ogni caso, questo tizio - che è una sorta di ricercatore - dopo avermi accennato ad alcune caratteristiche dei campi magnetici sfiorando l'astronomia e altri campi di studio sostanzialmente ostici, ha deviato il discorso su una serie di esperimenti che sono stati condotti lo scorso anno in un'università italiana, su un gruppo di studenti prestatisi come collaboratori volontari, finalizzati a capire in quale misura certi suoni influenzano la psiche interagendo in modo fisico su un soggetto. In sintesi, l'uso di certi precisi suoni produce effetti direttamente sul corpo (su parti di esso) che innescano reazioni piscofisiche più o meno precise. Documentate e messe a confronto nel progredire dei risultati ottenuti, le reazioni sono state classificate e hanno portato a considerazioni finali che il mio conoscente ha definito importanti.
Io ho poi cercato di riportare il discorso sul punto focale dei campi magnetici e lui - sornione - mi ha detto che c'è un sottile e definito collegamento tra i vari ambiti della fisica che riguardano l'essere umano: magnetismo, elettromagnetismo, ecc. E che l'azione delle frequenze sonore sul soggetto umano ha una tale forza e complessità che potrebbe rivelare novità sbalorditive proprio sul rapporto tra suono e campi magnetici.
Non ho azzardato a chiedere lumi più tecnici e mi sono limitato a dirgli: alla luce di ciò, non ti passa la voglia di ascoltare musica?... non temi che un giorno potresti imbatterti casualmente in un suono o una combinazione di suoni che scateni qualcosa di eclatante o spaventoso?
E lui: può anche essere già successo, a me come ad altri... il problema è non essersi accorti qual'è stata la causa di qualche cambiamento o fenomeno particolare... chi ci dice che certi suoni non siano stati alla base di azioni criminali, o di suicidi, o di cambiamenti della personalità?...

Il cartiglio misterioso

Già qualche giorno fa avevo pubblicato un'immagine di un cartiglio che non sono riuscito ad identificare come cosa almeno parzialmente nota. Nulla di nulla. C'è questa fotografia e basta. Nessuno sembra saperne alcunchè.
Il mondo è pieno di documenti indecifrabili, spesso anche fasulli; ma che pur nella loro falsità celano comunque una traccia, perchè non si inventa mai completamente da zero.
Alfabeti presunti, segni criptati, schizzi e annotazioni: mi rovello attorno alle cose quando mi ispirano un fascino ancestrale e mi inquietano. Non mi perito di iniziare un'elaborazione per mio conto: sarebbe un labirinto senza uscita. Attendo che prima qualcuno condivida con me la curiosità o meglio ancora che qualcuno abbia conoscenza - anche minima - di questa vecchia carta. In ogni caso sento che nasconde qualcosa di molto interessante.

venerdì 6 maggio 2011

Il Calice di Lupeni

Diversi anni sono passati da quando qualcuno mi parlò del Calice di Lupeni.
Lupeni è una località della Romania dell'area transilvana, che fu a lungo rinomata per i giacimenti minerari di carbone e, tra l'altro, per uno dei più lunghi scioperi che la Storia del Paese ricordi (nel 1929).
Proprio in relazione alla tradizione mineraria, questo fantomatico Calice sembra fosse stato forgiato con un particolare tipo di vetro e decorato con arabeschi fatti di stagno, grazie alle conoscenze specifiche di qualcuno che conosceva bene le arti del fuoco e dei minerali.
Questo dettaglio su come il Calice fosse stato generato hanno sempre avuto un suono fantasioso al mio orecchio; tanto che l'ho sempre ritenuto un condimento postumo della questione. Tuttavia potrebbe essere proprio grazie a qualcosa che un gruppo di minatori aveva scoperto nelle profondità della terra che questo manufatto fu costruito.
La prima cosa intrigante a proposito del Calice è che fosse stato disegnato secondo le forme di un oggetto appartenuto al voivoda Vlad  III di Valacchia, ovvero Vlad Tepes l'Impalatore, ovvero colui che proprio in quelle terre divenne leggendario come strenuo difensore del suo popolo contro le invasioni straniere (ottomane in primis) e inevitabilmente come feroce sadico capace dei più efferati gesti.
Aldilà di tutte le leggende sanguinarie che si sono macinate sul voivoda draculesco, una certa fascinazione esoterica quella zona geografica l'ha sempre avuta. Chi è stato in Transilvania se ne sarà reso conto. Il misterioso Calice di Lupeni sembra risalire all'inizio del secolo XX: un pezzo che farebbe gola a qualsiasi antiquario o museo, benchè non risulti ufficialmente catalogato da nessuno e credo non ne esistano immagini attendibili. Le descrizioni sommarie parlano di un vaso dell'altezza di circa 25 centimetri, con la base circolare del diametro di circa 4, ma il corpo leggermente sfacettato; per cui la bocca diventa esagonale con il bordo arrotondato e svasato. Il colore del vetro ha riflessi verdastri, simili all'acqua di certi laghi di montagna. Il corpo è completamente arabescato con decori grigio piombo a volute.
Dove si trovi, chi lo conservi, quale valore abbia è impossibile dirlo. Quello che invece è possibile dire riguarda il presunto potere che il Calice avrebbe, un potere di tipo alchemico determinato da una sorta di magnete con caratteristiche particolari in grado di indurre modificazioni nelle sostanze o negli oggetti posti dentro. Questo magnete sarebbe nascosto nella base del calice, fuso direttamente nel vetro.
Le indagini, per quanto ardue, continuano. Come sempre chi ha informazioni è invitato a condividerle, se vuole.
Qui sotto uno schizzo sommario di come potrebbe essere il calice (che non avendo il gambo in realtà non è un calice, ma piuttosto un bicchiere o un piccolo vaso).

giovedì 5 maggio 2011

La Confraternita (tracce quasi inesistenti)

Torno a focalizzare il mantello oscuro che avvolge l'Ordine degli Estinti e la sua storia.
Si diceva che inizialmente l'Ordine fosse denominato Confraternita, che ha una valenza ancora più ecclesiastica o quantomeno religiosa, benchè non potendo collocare esattamente la nascita di questo gruppo riesce difficile capire con quale intenzione e in quale contesto la denominazione fu scelta.
Certamente il concetto di fraternità in senso massonico e gerarchico giustifica il successivo cambio a Ordine, determinando la volontà di indicare una struttura gerarchica per l'appunto. E non potrebbe essere altrimenti, trattandosi di un gruppo così sotterraneo.
Continuo a spulciare la rete a caccia di frammenti da isolare per costruire un quadro d'insieme più definito e non ripetitivo. In lingua italiana si trova poco, in lingue straniere men chemeno.... e tra l'altro a parte gli idiomi europei più abbordabili (inglese, spagnolo, francese, tedesco), mi riuscirebbe difficile individuare qualcosa di interessante se fosse scritto in ungro-finnico o addirittura in giapponese!

sabato 30 aprile 2011

Il Progetto Tanai

Intorno alla metà degli anni Ottanta sulle bacheche dell'Università di Genova - in particolare negli androni e fuori dalla aule delle facoltà di lettere, lingue, storia e filosofia - comparvero dei volantini gialli che menzionavano Il Progetto Tanai, alfine di attuare un reclutamento.
Sui volantini compariva un logo molto semplice e un numero telefonico di contatto; fisso ovviamente, visto che all'epoca non esistevano i cellulari odierni e anche internet era agli albori.
Cos'era il Progetto Tanai?
Da quel poco che all'epoca e successivamente trapelò grazie a coloro che avevano provato a prendere contatto, si evince che questa iniziativa era finalizzata a sessioni di sperimentazione, ovvero alla ricerca di soggetti che si mettessero volontariamente a disposizione di una serie di esperimenti basati sugli effetti dei suoni sulla psiche.


Circa la scientificità, l'ortodossia, la legalità di questo progetto nulla si sa. Così come è rimasto ignoto il committente ufficiale della ricerca. Di fatto, tuttavia, al numero indicato sui volantini qualcuno rispondeva, fornendo informazioni di massima sulle finalità del reclutamento. Conosco una persona che provò a chiamare e mi confermò che dopo una breve spiegazione introduttiva - peraltro vaga - proponevano un incontro.
Successivamente feci altre ricerche e risulta che nessun eventuale candidato tra coloro che accettarono l'incarico (se mai qualcuno accettò) abbia mai rilasciato dichiarazioni: del Progetto Tanai non restò praticamente traccia. Normalissimo in circostanze come questa, dove solitamente la riservatezza viene tutelata da molte firme e da impegni a non divulgare alcun dettaglio.
Però è anche vero che la Storia è piena di confidenti anonimi che hanno parlato, quando coinvolti in vicende di pubblico - e pruriginoso - interesse; specie quando le cose non sono andate bene o quando si è scoperto che valeva la pena esporsi un po'.
Il Progetto Tanai è un altro sporadico indizio che porta alla forte attenzione di alcune entità per l'universo dei suoni e le loro potenzialità applicate ai campi che riguardano la psiche: psicoterapia, manipolazione del comportamento, controllo mentale e via dicendo.
Chi ha informazioni attendibili sull'argomento specifico e volesse condividerle.... Grazie.

venerdì 29 aprile 2011

Uomini-Fantasma

Occultarsi alle masse per un individuo non è poi così difficile, tutto sommato. L'anonimato (e la conseguente fame di fama) è una delle caratteristiche salienti della società odierna.
Quando però l'individuo ha il privilegio di assumere una posizione di potere, decisionale, influente, l'occultamento di sè diventa più complicato. E considerando che alcune posizioni sociali sono pressochè conclamate perchè nella loro natura intrinseca, altre risultano comunque difficili da dissimulare. Bisogna che il soggetto in questione sia conscio di essere arrivato ad un livello tale da potersi permettere di vivere ed agire tra le masse mantenendo un profilo bassissimo, senza che ciò entri in conflitto con l'esercizio del suo potere.
E deve essere abile e capace, in ciò. Perchè orgoglio e vanità sono debolezze che tentano anche il più controllato degli uomini arrivati.
Quindi, essere uomini-fantasma è un privilegio di pochi, tra i pochi che nella vita conquistano una posizione autorevole.
Nell'era di internet la prova del nove per un uomo di potere che vuole testare la sua capacità di occultamento è diventata piuttosto rapida. Aldilà dell'ovvia scelta di non iscriversi ai social network e non frequentare i canali mediatici, gli basta verificare se il suo nome (o riferimenti anche vaghi ad esso) compare sui motori di ricerca. Che non è un dato così scontato come potrebbe sembrare. Difatti sono davvero pochissimi coloro che pur trovandosi in una posizione di grande potere riescono a permettersi di restare invisibili sul web.
Viceversa - operazione ancor più complicata e ardua - qualcuno può decidere di non occultare il proprio nome e la propria presenza restando tra i visibili e senza minimamente tradire il proprio ruolo e i propri legami col potere. Il cosiddetto profilo basso del Diavolo quando scende tra i mortali: nessuno deve accorgersi che stai arrivando.
Io sono certo che nel mondo, oggi, ci sono uomini di massimo potere ed influenza che vivono anonimi tra noi senza dare minimamente nell'occhio. Al punto che forse nemmeno coloro con cui hanno a che fare per le questioni di potere si accorgono chi sono realmente e come agiscono. 

giovedì 28 aprile 2011

La frequenza occulta

Il potere fisico e metafisico dei suoni non è un mistero per nessuno: nè per gli scienziati, nè per gli esoteristi. Una frequenza sonora, in quanto dotata di caratteristiche capaci di produrre un effetto fisico, può intervenire sulla materia in varie sue forme. A seconda dell'intensità, una specifica frequenza (udibile o non udibile dall'orecchio umano) può anche provocare distruzione; da quella localizzata di un bicchiere o di un timpano, a quella più ampia di vaste superfici fino - teoricamente - ad intere porzioni di "qualcosa".... (zolle tettoniche? pianeti?)...
A prescindere dal suo aspetto composito e complesso, ovvero la musica, il suono ha un potenziale enorme che solo di recente la tecnologia ufficiale ha cominciato ad utilizzare per scopi precedentemente legati ad altri fenomeni e principi. Per recente intendo da quando l'elettronica è entrata a far parte integrante del progresso tecnologico con applicazioni d'uso diffuse: parlo ad esempio del sonar o del cavitatore sonico. In realtà l'uso del suono per determinare un qualche effetto applicativo lo si può considerare molto antico, ma sicuramente generato da sistemi meccanici.
Se poi pensiamo al fatto che buona parte della tecnologia resta confinata ad una nicchia accessibile a pochi, prima di diventare eventualmente di pubblico dominio, viene spontaneo chiedersi quali incredibili e/o letali esperimenti siano stati condotti con successo nel campo delle frequenze sonore. A proposito dell'ultimo sisma in Giappone (marzo 2011) sono trapelate inquietanti ipotesi circa l'uso di bombardamenti della ionosfera in grado di riflettere su specifiche aree tettoniche onde sonore, al fine di provocare terremoti. Basandosi su un principio fisico tutto sommato semplice, l'uso di basse frequenze al pari dell'uso di alte frequenze può effettivamente diventare un'arma distruttiva allucinante; creando su larga scala quello che quasi chiunque può sperimentare a casa propria con un bicchiere di cristallo.
Con la musica il discorso si fa più spinoso. Trattandosi di un insieme più o meno armonico di suoni, costruito secondo parametri di ritmo (intervalli temporali), intensità, assonanze e dissonanze, timbri differenti, la musica contiene in nuce un insieme di caratteristiche delle singole frequenze che a sua volta ha una sua identità potenziale. Questa identità non solo può influire fisicamente sulla materia, ma sugli esseri organici senzienti (animali, piante) determina svariate reazioni di tipo empatico, che interessano il sistema nervoso, il sistema endocrino e più in generale la sfera fisiologica individuale; con quello che possiamo definire l'effetto emotivo in grado di influenzare anche il comportamento, gli stati d'animo e via dicendo.
Dov'è che la musica assume in modo più significativo (e potente) le caratteristiche della frequenza sonora singola?... Quando riesce a sintetizzare in modo equilibrato e calibrato l'insieme dei potenziali delle singole frequenze che la compongono, aggiungendovi la forza - esponenziale - della caratteristica empatica di cui sopra.
A quel punto un breve brano musicale, che può constare anche solo di un accordo della durata di tre secondi, avrebbe una potenza applicativa enorme. Imprevedibile e incontrollabile, quasi certamente. O forse prevedibile, ma certo incontrollabile, visto che gli effetti combinati su un essere organico senziente influenzerebbero un sistema assai complesso ed instabile.
Detto fatto, chi fosse in grado di creare musica con queste caratteristiche avrebbe in mano qualcosa di assolutamente eccezionale.
E chi ci dice che non ci sia già qualcuno che ha acquisito esperienza in materia? Assodate oramai alcune verità - paranoie complottiste o meno - è molto probabile che il progresso in questo campo sia ad un punto abbastanza avanzato.
Vi segnalo un link interessante (anche se non esaustivo) e riprendiamo il discorso prossimamente.
http://www.youtube.com/watch?v=WVbQBstGpco

mercoledì 27 aprile 2011

Enigmi temporali

Il libro "Cronodilatazione" redatto dal fantomatico Marchese Gregorio Alcesti, a lungo ritenuto un testo apocrifo anche dai pochi che ebbero la fortuna di toccarlo con mano, sarebbe in realtà una raccolta di trascrizioni da altri testi, corredata di commenti e annotazioni dell'Alcesti stesso. Il marchese avrebbe riassunto in un unico scritto le parti più interessanti della sua biblioteca, relativamente ad argomenti quali le distorsioni temporali e una serie di vecchi esperimenti chimico-meccanici per acquisire una percezione del tempo diversa da quella cosciente.
Nulla a che vedere col Cronovisore, pare, benchè qualcuno abbia ventilato che le conoscenze di Alcesti potrebbero averlo causalmente messo a contatto con dettagli riguardanti l'invenzione di Padre Ernetti. Negli anni '50 Gregorio Alcesti aveva presumibilmente una settantina d'anni e se è vero che morì ultra-ottantenne, come è vero che alcuni volumi in suo possesso facevano gola a molti, è plausibile che certi personaggi avessero contatti anche sporadici con lui.
Del resto "Cronodilatazione" affronta il tema dei viaggi nel tempo in modo trasversale e accoglie molte tesi accostandole in una sorta di unica enciclopedia saggistica. Non sarebbe da escludere che tra le molte annotazioni a margine ci fossero anche riferimenti al Cronovisore, perchè collegato a qualche teoria o intuizione più datata.
Di Alcesti cosa sappiamo?... Che non era un vero nobile: il titolo gli fu affibbiato convenzionalmente in quanto era andato a vivere in una villa (in Toscana) appartenuta ad un marchese; villa in cui aveva fortunosamente reperito alcuni libri preziosi divenuti poi parte della sua biblioteca.
Tutto è avvolto da una nube polverosa. Io stesso, affascinato da tutta questa storia, metto insieme i pezzi di notizie ascoltate o lette, prendendole per probabili (mai per certe) solo quando c'è possibilità di raffronto e confronto.
Di certo la figura di Gregorio Alcesti è in qualche modo legata ad ambienti che non avevano e non hanno alcun interesse a sbandierare nomi e fatti. In quegli stessi ambienti l'originale manoscritto sarebbe stato opportunamente occultato. Forse Alcesti era lo pseudonimo di qualche personaggio che voleva indagare e studiare senza dare troppo nell'occhio, per conto di qualcuno, costruendosi una vita credibile e sufficientemente rassicurante per gli sguardi indiscreti. 

martedì 26 aprile 2011

Squarciare il velo (?)

Ogni tentativo di squarciare il velo che avvolge l'Ordine degli Estinti non ha avuto l'esito sperato. E nella migliore delle ipotesi chi indagava ha avuto parziale conferma delle poche informazioni che da anni circolano a proposito di questa "loggia", senza peraltro riuscire a scovare nuovi indizi e tantomeno documentazioni.
Il protrarsi di questi insuccessi ha portato alla convinzione che l'Ordine degli Estinti (nato - sembra - con la denominazione Confraternita degli Estinti) sia un'invenzione o la mistificazione di un'entità meno eclatante, probabilmente già scomparsa da tempo.
Tuttavia, sull'Ordine si continua sporadicamente ad indagare e la curiosità è dura a morire. In effetti la presunta segretezza di questa "loggia" è tanto più giustificabile quanto più si pensa alla volontà dei suoi adepti di occultare ogni attività e notizia in merito. Quel poco che è trapelato, per l'appunto, sembrerebbe un falso depistante, se non il frutto della fantasia di qualche mitomane. Ci sono di mezzo riferimenti a contatti con culture anomale, elementi esoterici di spessore preoccupante, grafologie misteriose e molto altro. Il tutto appena accennato e sicuramente confutabile. Eppure...
Qualche anno fa, mi era giunta voce che stava per essere pubblicato e divulgato un opuscolo che conteneva una serie di articoli scritti da vari autori, una sorta di saggio riepilogativo di quanto era stato scoperto fino ad allora sull'Ordine degli Estinti. Però questo opuscolo non è mai stato realizzato, credo. Gli articoli, comunque, esisterebbero: di gente che ha messo nero su bianco le sue investigazioni ce n'è abbastanza per ricostruire in modo organico almeno una certa parte delle informazioni raccolte.
Io trovo sempre evasivo e dubbio il modo in cui l'argomento viene sfiorato. Anche sulla Rete - dove solitamente si sproloquia di qualsiasi cosa - ho reperito poco e nessuno pare aver voglia di immischiarsi.
Verrebbe da pensare che se l'Ordine è davvero così potente ed occulto come si dice, avrebbe anche i mezzi per evitare che su internet si calchi troppo la mano. Chi può dirlo... Il filtraggio e il controllo della Rete, relativamente a certi specifici nomi ed argomenti, è possibile.
In definitiva: l'Ordine degli Estinti continua a covare sotto la cenere e a suscitare interesse aldilà della grandi perplessità che lo circondano. Ad oggi non c'è controinformazione che sia riuscita a dire di più di quello che negli ultimi vent'anni è stato detto.
Continueremo ad occuparcene in questo blog, un giorno di questi.

sabato 23 aprile 2011

Più vedo, meno credo

Più vedo, meno credo. Come recita il ritornello di una canzone, forse poco conosciuta, ma carica di verità.
Nel mondo reale odierno - il mondo tangibile, sensibile - la manipolazione dei fatti nella loro forma visibile è tale che spesso riesce davvero difficile credere a ciò che si manifesta davanti a noi. Aldilà del fatto che ogni evento può risultare ambiguo o equivocabile a seconda del contesto, della personale disposizione d'animo, dell'angolatura da cui lo osserviamo, c'è poi una voluta determinazione a modificare i fatti quando vengono riportati. Ovvero filmati, fotografati, raccontati. Questa manipolazione induce gli individui e di conseguenza le masse a vedere le cose come non sono nella loro essenza, con correzioni anche importanti degli elementi e dei contesti.
Più vedo, meno credo. E' l'atteggiamento inevitabile in cui si pone chi ha ancora coscienza critica, chi conserva la capacità di dubitare e si interroga sulla reale essenza degli eventi.
E qui viene da dire che sta lentamente scomparendo il confine tra il vero e il falso, perchè sono sempre più numerosi i casi in cui l'interpretazione (manipolata e fortemente suffragata) dei fatti prevale sulla loro oggettiva forma.
Cosa resta, se non l'immaginazione, il sogno, la visione?....
A volte ho la sensazione che ci sia più realtà inconfutabile in una premonizione onirica che in un articolo di giornale.