sabato 23 aprile 2011

Più vedo, meno credo

Più vedo, meno credo. Come recita il ritornello di una canzone, forse poco conosciuta, ma carica di verità.
Nel mondo reale odierno - il mondo tangibile, sensibile - la manipolazione dei fatti nella loro forma visibile è tale che spesso riesce davvero difficile credere a ciò che si manifesta davanti a noi. Aldilà del fatto che ogni evento può risultare ambiguo o equivocabile a seconda del contesto, della personale disposizione d'animo, dell'angolatura da cui lo osserviamo, c'è poi una voluta determinazione a modificare i fatti quando vengono riportati. Ovvero filmati, fotografati, raccontati. Questa manipolazione induce gli individui e di conseguenza le masse a vedere le cose come non sono nella loro essenza, con correzioni anche importanti degli elementi e dei contesti.
Più vedo, meno credo. E' l'atteggiamento inevitabile in cui si pone chi ha ancora coscienza critica, chi conserva la capacità di dubitare e si interroga sulla reale essenza degli eventi.
E qui viene da dire che sta lentamente scomparendo il confine tra il vero e il falso, perchè sono sempre più numerosi i casi in cui l'interpretazione (manipolata e fortemente suffragata) dei fatti prevale sulla loro oggettiva forma.
Cosa resta, se non l'immaginazione, il sogno, la visione?....
A volte ho la sensazione che ci sia più realtà inconfutabile in una premonizione onirica che in un articolo di giornale.

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