venerdì 10 giugno 2011

Alfabeto alieno: sviluppi

Tra i miei appuntamenti londinesi - più o meno previsti - il terzo è stato con un amico conosciuto non molto tempo fa, appassionato di incunaboli, manoscritti e amenità occulte varie. E quel che più è bizzarro, neanche a farlo apposta, ci siamo incontrati (per la prima volta di persona) davanti al bookshop di Peter Harrington in Fulham Road!!
Dunque per la seconda volta nel giro di 72 ore mi sono ritrovato laddove aleggiava l'oscura presenza di Crowley. Ed è stata la prima cosa che ho fatto notare all'amico John quando gli ho stretto la mano sulla soglia del fantastico e quasi sacrale covo di Harrington.
Dopo quasi un anno di comunicazioni epistolari via internet, il dialogo diretto ha conferito alle nostre argomentazioni un alone più friendly, condito di risate e battute che nelle e-mail non erano mai emerse. Tuttavia devo dire che John ha una cultura editoriale mostruosa e sul fronte dei manoscritti ha sublimato la semplice fascinazione da collezionista in bagaglio intellettuale quasi scientifico.
Mi fido della sua oggettività, perchè aldilà dell'approccio informale si sente che prende ogni dettaglio seriamente e non si sbilancia mai oltre il ragionevole dubbio.
Ovviamente gli ho mostrato immagini del cartiglio che ho già pubblicato due volte in questo blog e che comunque lui aveva già visionato sul blog stesso. In verità io posseggo due immagini di due frammenti diversi... e una non l'ho mai pubblicata, convinto che all'atto di qualche controverifica sia meglio così. A John ho mostrato entrambe le foto e lui l'ha analizzate ulteriormente in mia presenza, dichiarando subito di fornirmi nero su bianco le sue considerazioni solo quando le avrà organizzate bene.
Per posta elettronica, in ogni caso, mi aveva già dato due indicazioni subito prima della mia partenza per il Regno Unito: l'alfabeto scritto sul cartiglio ha riferimenti semiologici precisi con almeno quattro altri alfabeti base conosciuti; l'oggetto ricurvo e dentato abbozzato sul cartiglio è a lui già noto e trattasi di un pugnale.
Va da sè che non vedo l'ora di leggere il suo rapporto: questa faccenda continua ad appassionarmi e, anche se non riesco a trovare nessun altro che abbia confidenza con questo frammento, sento che è una miniera di scoperte interessanti, se non sorprendenti.
Nel bookshop di Petere Harrington alla fine non ci siamo entrati. Siamo entrati invece in un bar a sgranocchiare qualcosa e a parlare di Lovecraft, del Necronomicon e di altri gadget culturali su cui si conversa sempre volentieri.
Fulham Road... non c'è il due senza il tre: infatti uno dei miei successivi momenti londinesi mi ha nuovamente condotto lì.
Destino?

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