Tra i miei primi incontri londinesi quello con Harry Smith, nome che più prevedibile non si potrebbe, ma indubbiamente imprescindibile considerando il vecchio legame con questo ormai sessantenne professore che già quattro lustri orsono mi raccontò cose di grande interesse.
All’epoca lo avevo conosciuto in casa di amici, uno di quegli incontri casuali che poi ti restano addosso e cerchi di farli tuoi in virtù delle confluenze intellettive che si disvelano. Il mio inglese di allora era appena sufficiente a farmi capire, ma c’era di mezzo la musica e il discorso diventava comprensibile laddove pochi aggettivi colmavano le lacune di un’intesa che era tutta emotiva.
Smith ed io avevamo scoperto di amare lo stesso tipo di sonorità e di atmosfere e lui mi aveva parlato di metodologie applicate in concreto al mondo del suono per spiegare ai suoi studenti concetti altrimenti troppo astratti. Considerando che insegnava letteratura, c’era un indubbia complessità innovativa in ciò che faceva.
I nostri contatti, comunque, erano rimasti sporadici e affidati in prima istanza alla carta scritta, visto che internet non era ancora un privilegio per tutti. L’ho ritrovato qualche settimana fa evoluto e a tratti astruso da seguire, perchè la sua testa è maturata ulteriormente e anche i miei interessi per certi argomenti si sono fatti intricati. Per fortuna il mio inglese è quasi fluente, oggi, e seduti al tavolo di un bar vicino alla Liverpool Station abbiamo conversato a lungo evitando di rimestare i soliti bei tempi andati (fatto salvo un accenno ai nostri comuni amici che da Londra se ne sono andati da un pezzo: troppo cara!)
Smith in particolare mi ha parlato di un certo S. che mi ha pregato di non citare per esteso. S. è un professore a sua volta, che ha insegnato a Cambridge ed è anche stato per un certo periodo in un ateneo australiano, coadiuvando un programma di ricerche legato all’interazione tra campi magnetici e frequenze sonore. Il programma - dice Smith - era stato finanziato per conto delle forze armate, ma non implicava un uso propriamente bellico dei risultati ottenuti. In particolare S. gli aveva riferito di un esperimento in cui alcune precise combinazioni di frequenze interagivano con un campo magnetico particolarmente potente e "compresso", capace non solo di alterare lo spazio, ma anche di indurre delle reazioni in soggetti che si trovassero a stretto contatto col campo.
Questo genere di notizie mi fa rabbrividire ed esaltare al tempo stesso. Smith durante la nostra conversazione sembrava molto divertito nel constatare i miei stati d’animo. Mi ha fatto notare che sembravo in preda ad una crisi di nervi controllata con grande forza.
In ogni caso... S. gli aveva raccontato solo nel 2009 quanto accaduto tempo prima nell’ambito delle sue ricerche proseguite in patria. Smith ha conosciuto S. alla fine del 2008, ovvero qualche anno dopo la partecipazione al programma di ricerca. S. una volta tornato in Gran Bretagna aveva proseguito per suo conto una parte degli studi sperimentali sul suono, individuando dei modelli di grande impatto in registrazioni già esistenti.
Qui il discorso si fa molto accattivante, perchè tira in ballo informazioni già lette altrove e che Smith ha avuto da S. ignorando che a mia volta le conosco. S. si era concentrato su un brano musicale specifico dopo che un collega gli aveva riferito che la moglie soffriva disturbi del sonno fortemente influenzati da quel brano. Nella fattispecie la moglie del collega di S. aveva un sogno ricorrente ogni notte che le alterava il ritmo sonno-veglia; nel sogno udiva quella musica e vedeva e provava sempre la stessa esperienza onirica, talmente intensa da indurla a svegliarsi in uno stato di ansia mista a stordimento che svaniva solo dopo circa due ore e quindi la faceva ripiombare in un sonno profondo.
Smith mi ha riferito questa cosa con un sorriso tutto british, come a sottolineare l’importanza della cautela in un caso di voci di terza mano. Tuttavia ha voluto raccontarmi ogni dettaglio riportato da S. ed è stato più convincente così che altrimenti. L’argomento gli interessa moltissimo e riguarda da vicino una parte degli studi fatti in Australia e quindi Inghilterra da S.
La moglie del collega di S. non è che uno dei vari casi di condizionamento psichico indotto da frequenze sonore avvenuto casualmente in un certo contesto, grazie all’ascolto di un brano che ha caratteristiche uniche e ben precise. Ho già letto altrove di casi come questo: persone che dopo essere entrati in contatto con una particolare combinazione di suoni vengono condizionate a livello subconscio e cominciano ad avere reazioni di vario genere in stato di veglia, ma soprattutto in stato di sonno. Dunque, S. si era adoperato per condurre un programma organizzato di studi in tal senso, su gruppi di volontari che si prestavano nell’ambito di programmi di ricerca della neurologia e della psichiatria.
In definitiva, Smith mi ha detto che S. ha portato avanti in modo radicale questa sperimentazione, arrivando alla conclusione che quel brano - quello che aveva segnato irrimediabilmente la moglie del collega - conteneva combinazioni incrociate di frequenze tali da influenzare la corteccia cerebrale e il sistema nervoso centrale nonchè quello endocrino, con un effetto a cascata capace di sconvolgere la vita di una persona. La signora in questione si era avvalsa del supporto di psicoterapeuti di fama, nel tentativo di risolvere il suo problema; ma a parte il fatto che si muoveva tra lo scetticismo accademico altrui, di fatto non vi era modo di individuare realmente il percorso dell’evento. Perchè nessuno per ora - almeno in via ufficiale - ha ancora definito i dettagli e teorizzato in modo attendibile questo campo di applicazione delle frequenze sonore.
Ho chiesto a Smith se S. fosse a conoscenza del tipo di sogno che la signora faceva e lui mi ha risposto che S. era stato evasivo. Ovviamente ho chiesto se gli avesse riferito di quale brano musicale si trattasse e Smith mi ha risposto che S. aveva detto: "sarebbe salutare per tutti che evitassimo di saperlo, per non farci tentare all’ascolto e scoprire che queste cose possono accadere davvero e cambiarti la vita".
Al che io ho detto che, comunque, quel brano doveva sicuramente essere finito nelle orecchie di altri, per quanto potesse trattarsi di una registrazione rara. E chissà chi altri potrebbe aver subito una forma di condizionamento al pari (o magari in modo differente) della moglie del collega di S. Sarebbe interessante capire quale tipo di diffusione ha avuto questa registrazione per poter trarre delle conclusioni comparative. I soggetti influenzati da quelle frequenze potrebbero essere centinaia, in teoria, se è vero quello che riferisce S. E qualcuno potrebbe essere rinchiuso da tempo in una clinica psichiatrica o alla neuro!
Smith consapevolmente laconico ha sentenziato che tutto è possibile e che la scienza arriva sul luogo del misfatto sempre a cose avvenute, destinata ad indagare per forza sulla pelle di qualche vittima.
Sacrosanta verità, professore. Di certo nella mia testa adesso si rinsaldano molti interrogativi sulla materia e la voglia di approfondire è tanta, anche alla luce della vaghezza delle tracce disponibili.
Mano a mano metto insieme i pochi pezzi e consolido l’idea che il mondo del suono abbia potenziali immensi e tuttora oscuri, che vanno ben oltre le applicazioni acquisite finora e il dato di fatto incontestabile che la musica influenzi l’animo umano e gli esseri organici in generale. Per millenni abbiamo attribuito alla musica un impalpabile magico potere di alchimia emozionale... e forse cominciano ad essere evidenti i segni di un potere che ha delle regole e che può essere controllato, definito ed utilizzato in modo mirato. Con effetti - volendo - sconvolgenti.
Nessun commento:
Posta un commento